Il corpo, ed il viso in particolare, sono i primi elementi attraverso i quali gli esseri umani si presentano ai loro simili e sui quali investono per creare legami sociali. Questo avviene oggi ed è avvenuto nel passato, mutando di epoca in epoca i canoni di bellezza e gli ideali di ciò che era considerato raffinato, elegante o addirittura sublime.
La definizione “Celta”, come ben sappiamo, comprende individui diversi per età, sesso e posizione sociale, che appartenevano a popolazioni differenti vissute in un vasto arco cronologico ed in un altrettanto vasta area geografica. Data la grande importanza che l’ornamento e l’aspetto del corpo hanno da sempre ricoperto in ogni società umana come espressione sia della propria individualità che dell’appartenenza ad un gruppo, è improbabile che tutti i Celti d’Europa apparissero uguali; quello che è certo però, è il forte impatto che hanno avuto sui contemporanei greci e romani, mostrandosi vistosamente diversi da ciò che questi erano soliti vedere.
Okelum si propone di presentare una panoramica di oggetti, tecniche, materiali e prodotti che riguardano, appunto, la cura della persona ed il suo ornamento.
Fonti storiche ed iconografiche verranno utilizzate per descrivere le acconciature maschili e femminili e gli oggetti utilizzati per realizzarle. Su pannelli esplicativi i celebri passi di Plinio il Vecchio e Diodoro Siculo saranno affiancati da raffigurazioni presenti sia su reperti noti uno fra tutti il calderone di Gundestrup) che su altri meno conosciuti. I rievocatori mostreranno inoltre in modo pratico come i capelli venivano acconciati (con trecce, fasce, nastri), riproduzioni e immagini di oggetti da toilette come pettini e specchi, nonché alcuni esempi dei prodotti naturali che venivano utilizzati per tingere le capigliature (come ad esemio il mallo di noce, l'alcanna spuria e l'anchusa tinctoria) o per metterle in piega (come la celebre "acqua di gesso o di calce" descritta da Diodoro Siculo).
Allo stesso modo verranno mostrati i materiali utilizzati per realizzare il trucco del viso e del corpo sia maschile che femminile. Verrà specificato inoltre, come le ricette di alcuni composti aventi come base oli vegetali (di lino, noce e oliva) e grassi animali (come burro e strutto), siano state ricavate sia dalle già citate fonti direttamente riferite alle popolazioni celtiche, che da altre riguardanti le realtà greche e romane, con le quali i Celti sono venuti a contatto.
Per quanto riguarda la cura e la pulizia della pelle, sarà mostrata una verosimile riproduzione del sepum, il sapone cremoso che secondo Plinio avrebbero inventato i Celti, nonché una serie di erbe, oleoliti ed acque aromatiche che da sempre fanno parte del patrimonio comune europeo (le essenze utilizzate saranno, tra le altre, l’Elicriso, la Lavanda l’Iperico e la Calendula).
Oli, creme, erbe (mostrate sia nella forma secca che in quella fresca) e minerali saranno presentati al pubblico in riproduzioni di recipienti ritrovati in scavo o all’interno di conchiglie, all’epoca egualmente utilizzate per contenere i cosmetici.
Gli ornamenti personali ed i gioielli, infine, verranno mostrati sia attraverso pannelli esplicativi contenenti immagini di reperti provenienti da tutta l’Europa, che attraverso riproduzioni fedeli di perle vitree e monili realizzati da artigiani specializzati.
Testo a cura di Manuela Meloni