L'origine della gladiatura si fa risalire al IV secolo a.C., come rito funebre: uomini armati duellavano in onore del defunto allo scopo di onorario. Questa tradizione aveva nome "munus", ovvero donazione, omaggio. Questa pratica era diffusa sia tra gli Etruschi, che tra i campani di origine greca e sannitica; a Roma se ne ha notizia nella commemorazione del console Giunio Pera da parte dei nipoti nel 264 a.C.
I giochi, divennero poi eventi pubblici, in occasione dei quali il committente acquistava un'enorme fama; tale popolarità, col tempo sfruttata politicamente, venne regolamentata da Augusto che ne assunse la prerogativa unica per la casata peritale a Roma, per ovvie ragioni.
La prima età imperiale fu anche quella in cui si fissarono le categorie e le classi; rimaste poi pressoché invariate fino alla proibizione dei giochi all'inizio del V secolo.
L'Associazione Okelum può annoverare, da qualche tempo, una squadra di gladiatori con diverse spacialità di combattimento: il Murmillo, dall'ampia galea; il Trace, dalla sica a rostro; il Provocatores, con la sua manica a squame, ed il Reziario, con la sua rete e il suo tridente.
Tutti hanno dato prova di sè nell'arena con estrema abnegazione.
Varie sedute di prova si svolgono in palestra nel giorno dedicato agli allenamenti.
(Testi a cura di Martino Cervellera)