Il fuoco, conosciuto dall’uomo nel corso della sua antica storia evolutiva, ha da sempre affascinato l’essere umano, con il suo potere distruttivo, la sua capacità di spaventare e al tempo stesso di sedurre, accompagnando i riti più magici e sacri delle antiche comunità, così come i momenti conviviali, di riunione, in famiglia.
Le Dervonne di Okelum propongono oggi una danza dedicata al fuoco e a tutti i suoi molteplici significati.
Il fuoco divampa.
Il fuoco è guerra, battaglia, sfida. Arde, accompagnando le grida dei guerrieri.
Il fuoco distrugge, e può diventare catastrofe, calamità, con la sua potenza inarrestabile.
Il fuoco è però anche sensualità, seduzione: ci attrae a sé, ci ammalia.
Ma la fiamma che divampa è destinata pian piano a consumarsi, ad affievolirsi, fino quasi ad estinguersi. Senza però mai spegnersi. Perché il fuoco è ingannatore. Sotto il calore delle braci esso non si esaurisce, ma perdura e torna in vita. Ritorna ad essere.
Nella sua misticità, il fuoco riappare, e poi si nasconde. Un fuoco fatuo, che attira l’attenzione dei passanti.
Il fuoco è sacro, il fuoco è divino. E, quindi, il fuoco è rituale.
Il fuoco è protettivo e materno, col suo calore ci abbraccia, ci avvolge. E’ un fuoco che scalda e non brucia.
Il fuoco è allegro, scoppiettante, gioioso e vitale. Durante le occasioni di spettacolo e divertimento, di simposio e di libagione. Danziamo insieme, brindiamo a questo rapporto millenario!
(Testo di Arianna Favaretto)
I nostri abiti sono pepli ispirati ad un antico bassorilievo di età romana (conservato al Museo Chiaramonti, Braccio Nuovo, Musei Vaticani), confezionati in lino rosso aranciato per richiamare l'idea dell'elemento rappresentato. Le nostre acconciature si ispirano a numerose attestazioni romane.
I lumini ad olio bruciano dentro delle piccole ciotoline in vetro simili nella forma, nelle trasparenze e nelle dimensioni ad alcuni reperti di età romana conservati al #MuseoDiAntichitàDiTorino.
(Testo di Giulia Berruto)
