Polibio scrive che i Boi e gli Insubri d'Italia indossavano bracae e mantelli e Strabone afferma che i Celti portavano bracae strette e aderenti, mentre per la Gallia se ne conoscono di più larghe.
"I galli sono di taglia grande, la loro carne è molle e bianca; i capelli sono biondi non solo di natura, ma si industriano ancora a schiarire la tonalità naturale di questo colore lavandoli continuamente all'acqua di calce. [...] con queste operazioni i loro capelli si ispessiscono al punto da somigliare alla criniera dei cavalli. Alcuni si radono la barba, altri la lasciano crescere con moderazione; i nobili conservano nude le guance ma portano dei baffi lunghi e pendenti al punto che coprono la loro bocca [...] Si vestono con abiti stravaganti, delle tuniche colorate dove si mescolano tutti i colori e dei pantaloni che chiamano braghe. Vi agganciano sopra dei sai rigati di stoffa, a pelo lungo d'inverno, e liscia d'estate, a fitti quadrettini colorati di tutte le gradazioni".
Da Biblioteca storica, V, 28-30, Diodoro Siculo
Ma vediamo nel dettaglio gli aspetti caratteristici dell'abbigliamento nell'età del Ferro.
Innanzitutto una caratteristica generale degli abiti della prima età del Ferro, almeno per quanto riguarda le donne, è che essi sono in gran parte terminati dopo la produzione del tessuto a telaio, come nella tradizione greco-romana. Il tessuto viene drappeggiato sul corpo, avvolto attorno alla parte superiore del corpo o alle gambe, e fissato in vario modo con lacci o fibule. Solo alcune minime modifiche vengono aggiunte in seguito.
Questa è un’importante differenza rispetto all’età del Bronzo, quando invece i tessuti venivano tagliati per confezionare abiti, adattati alle forme del corpo.
TECNOLOGIA TESSILE
I tessuti della prima età del Ferro sono generalmente realizzati con il sistema di tessitura a spigato, ma sono attestati anche tessuti a trama semplice.
I tessuti hanno generalmente struttura aperta, con una densità di 5-10 fili per cm.
Il popolo dell'età del ferro ha avuto accesso a lana di altissima qualità, che si differenzia nettamente dal quella in uso nell’età del Bronzo.
Continua ad essere presente anche l’uso di fibre vegetali.
Le cuciture vengono realizzate quasi esclusivamente per le riparazioni e sono spesso effettuate con un filo più grossolano. La nuova tecnica di tessitura con le tavolette acquista sempre maggiore importanza.
Nell’età del Ferro si presta molta più attenzione al “look”.
I tessuti a scacchi o a righe sono preferiti, e vengono spesso impiegati nella realizzazione degli abiti.
Gli abiti dell’età del Ferro sono molto colorati; in questa fase si diffonde infatti la tintura.
La maggior parte dei tessuti sono tinti e il colore più diffuso è il giallo, accompagnato anche da blu e rosso.
È attestata anche la combinazione di fibre naturalmente pigmentate con coloranti per ottenere varie sfumature da combinare nella realizzazione di tessuti.
COLORI E MODELLI NELLA PRIMA ETA’ DEL FERRO
Due terzi dei reperti tessili dell’età del Ferro, provenienti dalle paludi danesi e tedesche, sono riccamente decorati e colorati.
Il colore deriva sia dalla tintura con colori naturali dei filati, sia dall’applicazione di diversi modelli nella tessitura degli stessi.
ABBIGLIAMENTO
L’abitudine di drappeggiare stoffe per realizzare indumenti è ampiamente diffusa dalla prima età del Ferro, ma già attestata nel periodo precedente.
Sono attestati per l’età del Ferro tre formati standard: tessuti rettangolari di dimensioni adatte a coperte, giacche e sciarpe, i cui bordi sono generalmente finiti a telaio su tutti e quattro i lati.
Nuovi indumenti
Nell’età del Ferro appaiono nuove tipologie di indumento: la tunica, con o senza maniche, e i pantaloni, rinvenuti in siti di palude della Germania settentrionale.
È altresì ampiamente attestato l’uso di fibule, poste sulle spalle, e gioielli. Si ritiene che l’uso di fibule sia strettamente legato ai nuovi abiti circolari delle donne.
Anche in questo caso moltissimi esempi di abiti conservati ci arrivano dal Nord Europa, si tratta delle mummie di palude. Per l’età del Ferro tuttavia un importantissimo contributo ci arriva dal sito di Halstatt.
ABBIGLIAMENTO FEMMINILE
GONNA
Abbiamo alcune testimonianze di questo indumento che ci vengono come sempre dalle paludi danesi. Le gonne sono realizzate con pezzi di stoffa intera tessuta a telaio, il montaggio successivo è minimo.
PANTALONI O BRACAE
Questo indumento si diffonde in Europa con l’arrivo dei Celti, come riportano molti autori classici.
ABITI DRAPPEGGIATI E GONNELLINI
Una pratica tipica dell’età del Ferro è quella di avvolgere e drappeggiare tessuti attorno al corpo; pratica in uso nel Nord Europa sia tra le donne che tra gli uomini.
Questi tessuti rettangolari potevano avere tre diversi formati: piccolo, medio, o grande, impiegati rispettivamente per sciarpe, gonne, o mantelli.
“PEPLO”
A Huldremose nello Jutland e in un’altra località sconosciuta in Danimarca sono stati rinvenuti abiti rotondi, che dovevano essere drappeggiati allo stesso modo del peplo romano; si tratta di un indumento multifunzionale.
CAPPELLI E RETINE PER CAPELLI
Si sono trovati cappelli e retine per capelli, realizzati con la medesima tecnica in uso nell’età del Bronzo, nello Jutland meridionale. Essi testimoniano la continuità di una tradizione.
ABITI IN PELLE
Gli indumenti di pelle costituiscono una parte importante dell’abbigliamento nella prima età del Ferro.
Circa il 40% degli indumenti rinvenuti nelle torbiere è realizzato in pelle. Per la maggior parte si tratta di giacche, ma sono note anche altre tipologie: cappelli, gonnellini, tuniche, cinture, scarpe e borse.
TUNICA
Tra i reperti delle paludi danesi l'unico indumento dotato di maniche è una tunica, che viene da Møgelmose, Jelling, nello Jutland. Essa è datata alla tarda età del Ferro e si adatta bene adatta bene alle tendenze nell’abbigliamento del periodo, essendo assimilabile ai modelli realizzati in fibre tessili.
MANTELLI DI PELLICCIA
Nel Nord Europa il mantello di pelliccia era parte sostanziale dell’abbigliamento e veniva usato da uomini, donne e bambini. I mantelli erano fabbricati unendo molti pezzi di pelle tagliati in maniera particolare, curando altezza e lunghezza generalmente in rapporto 2:5. Il design, il taglio e la confezione lasciano ipotizzare che venissero realizzati da artigiani esperti. In alcuni casi si vedono i segni della forte usura e le riparazioni. Spesso venivano indossati due mantelli in coppia, il più esterno con il lato pelliccia in fuori, il più interno con la pelliccia a contatto con il corpo. Vi sono tuttavia anche esempi di uso di un singolo mantello.
CAPPELLI
Sappiamo che gli uomini indossavano cappelli triangolari realizzati cucendo diversi pezzi di pelle. L’esemplare più famoso è quello dell’uomo di Tollund.
CINTURE
Esempi di cinture sono ampiamente documentati tra le mummie di palude danesi ed è ragionevole ipotizzare venissero impiegati anche nel resto dell’Europa.
BORSE
Esempi di borse in cuoio ci vengono dalle paludi danesi e dalle miniere di Halstatt.
SCARPE
Le scarpe dell’età del Ferro rinvenute in Danimarca sono costituite da un unico pezzo di pelle o cuoio, senza suole aggiunte. Le scarpe erano piegate attorno al piede e tenute in posizione da cinghie di cuoio. Non sono state rilevate differenze tra un piede e l’altro, ne differenze tipologiche tra uomini, donne e bambini.
ACCONCIATURE
I corpi provenienti dalle paludi danesi hanno varie acconciature, dalle teste quasi completamente calve ad pettinature molto complesse comprendenti anche l’uso di accessori. Durante le rievocazioni le donne della nostra Associazione sono spesso acconciate secondo le pettinature complesse rinvenute sulle mummie di torbiera danesi.
E viene ora da chiedersi quale fosse la moda in Piemonte nell'età del Ferro...
(Testi a cura di Giulia Berruto)